Ma come agisce il manipolatore?
Come riesce a
condizionare tanto un'altra persona, da farla dubitare di sé?
Da farla
sentire colpevole e da farla vergognare anche quando colpevole assolutamente
non è?
Come si
muovono quegli adulti emotivamente “ignoranti”, che finiscono per traumatizzare
anche i propri figli?
Anche il
manipolatore soffre di una grandissima vergogna.
Nasconde in sé probabilmente troppi segreti infantili, che lo fanno congelare così tanto da non volerli e non volersi assolutamente vedere. Perché non sa e non può ammettere con gli altri né tanto meno con sé stesso che in lui possa esserci qualcosa che non va.
Che non è perfetto.
Per questo
proietta i suoi segreti fuori e vuole fare vergognare le altre persone.
Il
manipolatore cerca sempre di scaricare sugli altri la sua vergogna.
Vuole vedersi
onesto e virtuoso.
Vuole sapere
che gli altri lo stimano e ammirano, perché è l'unico modo che conosce per
darsi un'identità e un valore.
Non può
tollerare di fare brutta figura, di essere mal visto o criticato, perché quando
avviene tutta la sua falsa identità crolla nel vuoto.
Crolla la sua
maschera nella società.
Quindi quando
sbaglia, quando non è virtuoso come pretende di essere, non lo riesce ad
accettare.
Non lo vuole
vedere.
E proprio per
questo tende a essere scorretto, ambiguo, non limpido e "sporco"
nell'agire, in continuazione.
Perché non si
osserva.
Nel volersi
credere perfetto una parte del suo sguardo è perennemente accecata. Porta in sé
una profonda ignoranza emotiva e si muove con meschinità e incoerenza.
La sua casa
interiore è parzialmente disabitata perché in tanti punti la coscienza non è
presente, è annebbiata.
E così viene
molto facilmente "abitato" e interferito da entità vampire di
bassissima energia e dal guardiano oscuro, che lo spingono ancora e ancora in
questa sua recita vigliacca per potersi cibare.
In cuor suo sa
quando è scorretto, ma non lo può né accettare né ammettere con sé stesso.
Perché?
Perché si
vergogna.
Allora cosa
fa?
Cerca di
buttare la sua vergogna su di te.
Per esempio.
Lui è un uomo impegnato e con un figlio, ma inizia a cercarti con telefonate e
a dirti esplicitamente di avere per te un interesse, che ti vorrebbe vedere e
non di certo solo per guardarvi con affetto.
Te lo dice
scrivendoti messaggi camuffati in cui ti ha registrata con un altro nome, e usa
frasi “in codice” per non farsi scoprire dalla sua compagna ovviamente ignara.
Tu lo fermi,
perché vista la sua situazione non sarebbe corretto, e la cosa sembra chiusa.
Ma lui non
riesce ad accettare con sé stesso di essere quel piccolo ometto vigliacco e
scorretto.
Così dopo un
po' di tempo in cui tu non lo hai mai cercato e per te non è nemmeno più un
pensiero lontano, lui si fa vivo perché ti deve parlare.
Magari per
sembrare virtuoso finge di volersi scusare perché si è comportato poco bene.
Ma non ti
chiede se ti sei offesa, perché in realtà non gli interessa se stai bene.
Gli interessa
solo uscirne bene lui, con la sua maschera sociale ancora illesa.
Così inizia a
mettere le mani avanti, non ti chiede appunto se ti sei offesa ma lo dà per
scontato, e ti anticipa la spiegazione per il tuo presunto fraintendimento del
suo comportamento.
Esordisce
dicendo:
<<Credo
sai che tu abbia dei pregiudizi sugli uomini.
Credo che tu
ci sia rimasta male per qualcosa che ho fatto ma perché hai frainteso.
Forse credi
che ti volessi portare a letto, ma assolutamente stai sbagliando, mi sei
piaciuta come anima e come persona e ti volevo incontrare solo come
amica>>.
Tu non capisci
il senso della conversazione perché non ti ha chiesto niente, non ti ha chiesto
se avete qualcosa in sospeso, se di lui pensi male o quale sia tra voi la
situazione. Ha solo iniziato mettendo subito le mani avanti e mettendoti in
bocca parole che non hai detto e in testa pensieri che non hai fatto, in cui
sei tu che hai pregiudizi.
Ora.
Se entri nella
colpa generata dalle sue velate accuse.
Se la sua
azione vampira ti porta via energia e perdi la tua centratura.
Se il suo
minare la tua credibilità come persona e come donna ha presa su di te.
Inizi a un
certo punto tu, a cercare di giustificarti.
E lui vince.
Perché la
conversazione sta apparentemente avendo un senso, tu hai motivo di difenderti e
spiegare i tuoi pensieri e le tue errate intuizioni, e lui ha ragione. Non è
lui che si è comportato in modo scorretto con te e con la sua famiglia, sei
solo tu che avendo pregiudizi hai frainteso.
Ma.
Se tu sei
centrata in te stessa e nel discernimento coerente della realtà, gli poni
davanti un copione che non sa gestire.
Perché gli
ricordi le telefonate esplicite che ti ha fatto riguardo al suo chiaro
interesse per te come donna, e lui finge di non ricordare. O comunque toglie
peso alla cosa e di nuovo:
<<Sì va
bene, anche se magari quelle cose le ho dette che cosa c'entra, io sono qui per
dirti che mi dispiace se hai frainteso qualcosa e tu mi tratti male? Vedi che
hai pregiudizi, vedi che avevo ragione?>>.
Allora gli fai
notare che nel suo monologo non ti ha chiesto scusa di niente, che non eri
arrabbiata perché a lui non pensavi minimamente ma che è quello che sta facendo
adesso con il suo negare che ti ha fatto arrabbiare. E che adesso sì, ti deve
chiedere scusa.
Lui inizia a
farneticare.
Ti chiede
scusa senza capire minimamente cosa vuoi dire perché non era preparato, voleva
solo salvarsi la faccia, ripulirsi la coscienza gettando su di te la sua
sporcizia e fare bella figura.
Non pensava
che la sua manipolazione sarebbe rimbalzata contro la tua armatura.
Le sue scuse
sono vuote perché non capisce ciò che dici.
Glielo fai
notare.
Allora
reagisce nell'unico modo che conosce:
Ti inizia ad
accusare.
Perché sei tu
che hai pregiudizi, lui è stato così gentile da chiamarti per scusarsi e tu lo
tratti male.
Gli ricordi
che non eri arrabbiata ma ti sei arrabbiata ora perché ha cercato di negare il
suo esplicito tentativo di seduzione, alludendo che sei tu che hai frainteso.
Che se credi che lui ci stesse provando sei tu che ti sei illusa.
<<Dici
così perché hai pregiudizi sugli uomini. Perché come donna ti senti insicura,
dovresti lavorare sulla tua autostima>>.
Gli dici senza
giri di parole di smetterla di provare a manipolarti perché tu vedi esattamente
quello che sta facendo, che non ti ha chiamata per sapere se verso di lui sei
serena - visto che non te l'ha nemmeno chiesto - e si è solo premurato di
apparire un santo frainteso, buttando su di te la sua vergogna.
Allora la
conversazione prende una piega molto tossica e senza senso, in cui tu più e più
volte cerchi di fargli osservare le tante falle del suo ragionamento e lui
ripete sempre le stesse parole come un disco rotto.
Fino a quando,
non sapendo più come uscirne regredisce a livello infantile ed entra nel
vittimismo, tirando finalmente fuori la scena madre.
Inizia a
farfugliare come un bambino appena beccato a rubare.
Fa la povera
vittima.
Dice che non
capisce, perché lui si voleva solo scusare e tu? Lo accusi? Gli dici che è un
manipolatore?
<<Devo
chiudere la conversazione perché mi sento a disagio con il tuo modo di fare, mi
vuoi fare passare per quello che non sono>>.
E chiude.
Ecco il gran finale
del manipolatore. Da manuale.
Il tuo
guardiano oscuro tramite i punti ciechi di questa persona ti è venuto a
trovare.
Quello che
devi fare non è cercare di dare un senso all’agire di qualcuno che come in
questo caso ti vuole solo manipolare. Non hai bisogno di cercarlo per farti le
tue ragioni.
È del tutto
inutile, perderesti solo tempo e salute fisica ed emotiva. Lascia stare.
Ciò che puoi
fare è integrare e disattivare quell’entità maligna, narcisista, demoniaca e
vampira che oggi è riuscita a farti vivere di nuovo qualcosa di molto
sgradevole, ma che con questa integrazione - continuandola a fare con pazienza,
costanza e tenacia - avrà sempre meno posto, meno attori e meno potere nella
tua vita.
Georgia Briata
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